25 settembre 2007
 

Titanic

  

La vicenda del Titanic ha creato miti e leggende. Si favoleggia ancora sul contenuto di una cassa di diamanti della miniera De Beers, del valore di 300 milioni di dollari del tempo, di cui nessuno ha mai chiesto l’indennizzo, né all’assicurazione né alla White Star Line proprietaria della nave. Il grande interesse dei passeggeri era in quel momento rivolta alla propria salvezza anche se circolano sempre racconti di persone che si attaccarono fino all’ultimo tentarono ai propri averi. Chissà che fine avrà fatto la mummia di John Jacob Astor IV, mai reclamata? Il passeggero di prima classe Merry-Joseph Blondel pretese 100.00 dollari per il dipinto La Circassienne au bain di  Mauritz Hakån Björnström-Steffansson.

Stranezze si dirà. Un italiano, Emilio Portaluppi, sporse pure reclamo per la perdita di una fotografia di Garibaldi con dedica valutata 3.00 dollari.

Chi era costui? Grazie al più autorevole storico italiano della tragedia del Titanic Claudio Bossi (autore del sito www.titanicdiclaudiobossi.com), apprendiamo che Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi nacque il 15 ottobre 1881 ad Arcisate un paese pochi chilometri a nord di Varese. Cresciuto sbozzando e lavorando la pietra non ebbe esitazioni a seguire la strada già avviata da centinaia di migranti della Valceresio e partì per Barre, Vermont, la capitale mondiale del granito, nel 1903. Il suo talento tecnico e artistico lo portò a Milford, New Hampshire. Viene decritto come scultore più che scalpellino, cosa che lo faceva emergere alla Tonella & Sons Granite and Manufacturing Company specializzata in monumenti funerari di ogni tipo, ma anche nella pavimentazioni e opere in pietra. Portaluppi che si era sposato con la concittadina Enrichetta Bessoni da cui aveva avuto una figlia si separò nel 1910. Madre e figlia tornarono in Italia. Nell’autunno del 1911 Portaluppi fece un viaggio in Italia per rivedere la famiglia. Nella primavera del 1912 decise di ritornare in America e acquistò un biglietto di seconda classe sul Titanic. Si imbarcò a Cherbourg in Francia. Abbiamo anche il numero del suo biglietto: C.A. 34644.

Il suo racconto della traversata è probabilmente confluito più tardi nelle spiegazioni che diede ai  nipoti durante le passeggiate della sua vecchiaia piena di vicissitudini e tanto vagare. 14 aprile 1912. Di certo quella sera si era coricato presto. Fu destato da un tremendo scossone che altro non era che la conseguenza dello scontro con l’iceberg e forse l’esplosione delle caldaie. Pensò anche di esser già attraccato al molo di New York. Salì in coperta dove non notò niente di strano, ma ebbe la sensazione che doveva essere successo qualcosa. Rientrò in cabina, si rivestì e ritornò in coperta proprio mentre calavano una scialuppa di salvamento. La numero 14. Portaluppi asserì di essere caduto accidentalmente in mare e di avere nuotato per almeno due ore prima di essere ripescato da una scialuppa, ma forse potrebbe essersi imbarcato sulla scialuppa stessa mentre veniva calata in acqua. Ricordi discordi e anche immagini giornalistiche inventate o giù di lì. Portaluppi fu salvato dal Carpathia. La lista passeggeri compilata nei dettagli ne declina le generalità: sposato, scultore di Arusati (Arcisate) diretto a Milford, New Hampshire. Data di arrivo a New York : 18 aprile 1912. I giornali locali diedero ampio spazio alla sua vicenda e posero l’accento sul trauma emotivo creato dall’affondamento della nave, dalla tragedia causata dalle centinaia di persone che aveva visto galleggiare sull’acqua o perdere la vita e dalla prolungata permanenza in mare senza precise notizie sul futuro. In realtà la paura dell’acqua non gli impedì nel 1914 di riprendere la via del mare per tornare in Italia dove prese parte alla prima guerra mondiale nell’esercito italiano. Nel 1919 lo troviamo nuovamente negli USA a Passaic, New Jersey. Vicende  alterne con frequenti viaggi tra Stati Uniti e Italia. Problemi con la cittadinanza e con la famiglia. Portaluppi fece un ultimo viaggio in Italia nel 1965 a bordo del piroscafo Cristoforo Colombo. L’ultimo per restare poi a trascorrere gli ultimi anni ad Arcisate accanto alla figlia e alla sua famiglia. Ogni tanto qualche vacanza ad Alassio dove la fama di sopravvissuto del Titanic lo aveva preceduto e accompagnato nelle sue passeggiate sul lungomare.

Morì ultranovantenne il 18 giugno 1974: uno dei pochi passeggeri di seconda classe scampati al naufragio. Uno dei quattro miracolati tratti dalle acque gelide dell’Oceano Atlantico._