19 giugno 2007
 

Gay Talese e la famiglia Bonanno

 

Lo scrittore italo americano Gay Talese ha appena pubblicato un saggio sulla famiglia Bonanno che svela interessanti risvolti sul destino dei figli e sui nipoti del boss mafioso Joseph Bonanno.

 

Gay Talese è uno dei migliori scrittori italo americani. La sua riservatezza gli ha impedito di diventare famoso, ma i suoi libri e i suoi scritti hanno contribuito ad evidenziare diversi aspetti dell’esperienza degli italo americani. Il suo lavoro di ricerca continua.

Gay Talese, figlio di Joseph un sarto di Maida in Calabria, e di Catherine de Paolo di Brooklyn è cresciuto fuori dalle concentrazioni ossessionanti degli italiani dell’est statunitense.

La sua storia, la sua evoluzione e il rapporto con gli italo americani sono stati raccontati nel suo volume Unto the Sons (Ai figli dei figli) stampato nel 1992 e parte di una trilogia in movimento.

Ma Gay Talese  che ha lavorato come giornalista sia al New York Times che ad Esquire è noto soprattutto per il libro che racconta l’ascesa e la caduta di un noto boss della mafia : Joe Bonanno.

Dal titolo Honor thy father ( Onora il padre) dato alle stampe nel 1971. Sconvolgente in quanto non ci sono sipari o artifici per separare la realtà dalla fantasia. Presenti invece l’anno seguente in Il Padrino di Mario Puzo e pure nei film basati su di esso. Come pure fantasia è tutta la serie dei Soprano che tanto successo ha avuto in Nord America.

Talese deve essersi stancato sia dell’infinita saga del Padrino sia di quella dei  Soprano che hanno giovato ben poco al riscatto degli italo americani ed ha anzi rafforzato l’idea che in qualche modo tutti gli italo americani sono coinvolti in questa storia. Italo americano continua sempre ad essere  associato a mafia.

Non ci sono campagne diffamatorie che tengano. La radice del pregiudizio continua ad essere presente e ad essere concimata. In Italia noi non ci facciamo caso. Abbiamo accettato passivamente e distrattamente la pubblicità della Renault con il protagonista di uno spot che incarnava senza scrupoli la figura del defunto John Gotti. La mafia per noi è una cosa americana e non c’interessa più di tanto. In America le cose sono diverse e la coscienza soprattutto delle nuove generazioni è cambiata e questo continuo riferimento sta ormai sui nervi.

Talese ha così scritto un saggio sul settimanale Newsweek dove chiarisce la differenza tra fantasia e realtà e racconta del suo incontro con la famiglia di Bill Bonanno a 36 anni dalla pubblicazione del libro. Erano serviti sei anni di interviste con Bill Bonanno per poter dare a  Gay Talese il materiale necessario al suo racconto che faceva emergere la figura di Joseph Bonanno noto come Joe Bananas.

Talese ha rivisitato la famiglia di Bill Bonanno trentacinque anni dopo per capire che cos’era successo a Bill, alla moglie Rosalie e ai suoi quattro figli.

Talese si era probabilmente chiesto che tipo di vita avessero potuto condurre delle persone cresciute in una famiglia così particolare. Avevano cambiato nome ed erano riuscite a fuggire e a nascondersi come il fratello di Al Capone?

Bill il figlio di Joe Bonanno era destinato a succedere al padre che dirigeva una delle famiglie mafiose più agguerrite di New York forte di 450 persone. Joe Bonanno fu rapito misteriosamente nel 1964 a New York e da allora la famiglia cominciò ad avere guai. Bill, nel tentativo di negoziare il rilascio del padre cadde in una imboscata e rischiò di perdere la vita e si diede alla macchia. La famiglia restò nella casa di East Meadow a Long Island in attesa di sviluppi e  al centro dell’attenzione sia della polizia che dei giornalisti a caccia di scoop. Talese era al corrente di molti segreti in quanto era riuscito ad accattivarsi le simpatie di Bill nel corso di alcune interviste in preparazione al libro uscito poi nel 1971, ma Joe era ormai in declino e si trasferì con al famiglia in California. Passò l’ultima parte della sua vita in volontaria reclusione o in qualche penitenziario federale e morì a Tucson il 12 maggio 2002.

Il figlio Charles fa il  camionista da costa a costa e l’unica volta che ha avuto problemi è stato a causa della memoria di un agente di frontiera canadese del British Columbia che lo ha fermato e rimandato indietro in quanto i Bonanno erano nella lista delle persone non gradite.

L’altro fratello Joseph alla fine ha vinto la sua battaglia contro l’asma ed è diventato un pediatra molto noto in Arizona. Ha saputo anni dopo che il suo cognome lo stava per bandire dai vari concorsi, ma la sua capacità alla fine ha prevalso.

Salvatore Bonanno aveva il temperamento del possibile mafioso, ma forse la fine della vera mafia come stile e business in favore del mito Soprano, basato  su una presunta ma poco veritiera immagine di Joe Bonanno, ha favorito la sua carriera di esperto di computer. Qualche problema al momento di fare delle installazioni nel casinò di Las Vegas lo ha convinto a cambiare posto di lavoro e riaffermare la propria identità senza paure..

La sorella Felippa sembra essere quella che ha meno sofferto per il cognome della famiglia anche perché porta quello del marito. A 42 anni aspetta l’undicesimo figlio. Molto religiosa, si ricorda quello che le ripeteva la madre Rosalie da bambina ovvero che siccome loro non erano bambini qualunque, dovevano essere bravi il doppio degli altri. Oggi vende anche oggetti appartenuti al nonno in E-Bay dove la ricerca di Bonanno ha dato oggi oltre 250 risultati tra cui molti libri, ma anche assegni, lettere, fotografie, santini appartenuti o firmati da Joe Bonanno.

Gay Talese ha recentemente  incontrato i Bonanno durante una riunione di famiglia a  Tucson in Arizona.

Nessuno di loro è mai stato ospite del governo.

Ad un commento di Talese riguardo al cognome, il dottor Joseph ha risposto: “Ce l’ho fatta, ma non sono riuscito a sfuggirgli”._