22 novembre 2007


La Norvegia minaccia di chiudere il consolato di Minneapolis in Minnesota

 

La chiusura e la ridistribuzione degli uffici consolari è una costante di tutti i Paesi. A marzo ha chiuso i battenti il consolato canadese di Milano. In Nord Italia è rimasto quello onorario di Padova, ed è evidente che il Canada ha puntato su altri Paesi, ma le domande relative a queste decisioni sono di solito superiori alle vaghe risposte date.

In questi giorni sta avendo risonanza la chiusura annunciata già dal 2001 del consolato norvegese di Minneapolis nel Minnesota che serve altri 8 stati del Midwest ed aperto addirittura nel 1906. In sé la cosa non tocca gli interessi degli 850.000 americani del Minnesota di origine norvegese, che hanno l’opportunità di mantenere i rapporti tra i due Paesi in altro modo. Tuttavia ci sono diversi segnali: lo spostamento del consolato a Houston, Texas, ad esempio, dove gli interessi della Norvegia e della sua industria petrolifera sono meglio rappresentati ; il clima freddo delle relazioni diplomatiche tra Norvegia e USA; la necessità di aprire alla Cina per motivi economici e alla Spagna meridionale, dove svernano moltissimi norvegesi. Infine i legami di sangue tra norvegesi e americani di origine norvegesi non sono più visti come di vitale importanza. Resteranno l’ambasciata di Washington, il consolato di New York e San Francisco, ma sparirà la presenza nel cuore dell’emigrazione norvegese. Petizioni, lettere la Parlamento norvegese e articoli sui quotidiani non sortiranno niente. Come a Milano. Non sono i budget che contano. La Norvegia può far fronte a ben altro che 2 milioni di dollari Usa all’anno con il valore aggiunto dei proventi derivati dalla vendita del petrolio. C’è dell’altro. Il crescente disinteresse verso la storia. Il consolato rappresenta, anche per coloro che non ci sono mai entrati, un segno di rispetto, un segno di riconoscimento. Gente che ha fatto di tutto per mantenere le proprie tradizioni. O forse, si può anche ritenere che la memoria delle emigrazioni sia svanita anche in Norvegia e che il Minnesota sia diventato ormai una sorta di  museo dove sono raccolte le reliquie di un passato da conservare, soprattutto in America.

Queste decisioni sono solitamente giustificate da motivi economici, ma in realtà nascondono sempre qualcosa. Difficoltà nel ridefinire i rapporti tra Norvegia e USA, ma anche nel ridisegnare

l’immagine stereotipata che si ha l’uno dell’altro.

Sembra la fotografia di altre chiusure e di altre in cantiere.

L’America è soltanto il posto dove sono andati i nostri antenati._