10 Dicembre 2008

 

Intervista a Eugene Ulisse Mariani

 

Eugene Mariani è soprattutto un amico che vive a St. Louis. Attualmente continua a fare il professore alla scuola di ingegneria e scienze applicate della Washington University di St. Louis. Insegna pure in Cina, a Chengdu; Shanghai e Shenzhen per conto della Webster University di St. Louis che ha un esteso programma internazionale.

 

Quali sono i tuoi commenti sull’elezione di Barack Obama  a Presidente degli Stati Uniti d’America?

Quali saranno i cambiamenti?

 

Cercherò  di dare una risposta secondo la mia prospettiva  di italoamericano e di cittadino americano qualunque che ha fortemente sostenuto Barack Obama dirante la sua campagna presidenziale. Come ben sapete, sono impegnato da molti anni nella comunità italoamericana di St. Louis, Missouri. Fondandomi sulla mia esperienza, non credo che per quanto riguarda questa elezione, gli italoamericani abbiano preso una posizione specifica. Molti ialoamericani hanno votato per Obama e molti per McCain ma in entrambi i casi senza un pregiudizio razziale. Il fatto che un candidato fosse nero e l’altro bianco non ha influenzato il processo decisionale della maggior parte degli elettori italoamericani, soprattutto quelli giovani. Le questioni più importanti hanno riguardato la rispettiva  linea politica dei candidati e non il colore della pelle. Non è stato un problema di razza.

Il pregiudizio è una cosa che molti vecchi italoamericani hanno sperimentato direttamente negli Stati Uniti. Il pregiudizio anti-italiano è ancora nitido nella mente di molti di noi. Io sono un italoamericano di prima generazione. Mio padre emigrò dall’Italia nel 1922 e mia madre, seppur nata negli Stati Uniti, era la figlia di immigrati italiani. Io sono nato nel 1932. Sono cresciuto durante gli anni della grande depressione e della Seconda guerra mondiale, e ricordo di avere visto e sperimentato, da ragazzo, molti esempi di pregiudizio anti-italiano. Negli Stati Uniti quella situazione non esiste più. Con il passare del tempo i bambini italoamericani sono cresciuti, hanno frequentato l’università e si sono integrati nella cultura e nella società americana. Non esiste più alcun limite a quanto gli italoamericani possono realizzare o raggiungere in qualsiasi campo, sia negli affari, nelle professioni, nelle università o in politica.

Ma il pregiudizio verso gli afroamericani è stato infinitamente più grande di quello sperimentato da qualsiasi altro gruppo etnico e mentre la legislazione sui diritti civili ha enormemente ridotto l’ingiustizia conseguente, negli Stati Uniti il pregiudizio è tuttora esistente – soprattutto in alcune parti del Paese. E il fatto che il pregiudizio esista tuttora è ciò che ha dato importanza storica a questa elezione. Così come l’elezione di John Kennedy, il primo cattolico mai diventato Presidente, smentì il fatto che la religione sarebbe stata un fattore decisivo nelle elezioni presidenziali, il fatto che gli americani – bianchi e neri - - abbiano votato con una maggioranza schiacciante per eleggere Barack Obama Presidente degli Stati Uniti, ha smentito la convinzione che la razza sarebbe stata la questione dominante di questa elezione. Il fatto che un nero sia diventato Presidente degli Stati Uniti è d’importanza storica incommensurabile e di significato essenziale. Appena pochi anni fa, sarebbe stato inconcepibile che un nero potesse diventare Presidente degli Stati Uniti. Adesso è realtà. E’ una svolta nella storia americana e il Paese non sarà più quello di prima.

In generale, gli italoamericani che conosco non  hanno votato Obama per due motivi. IL primo motivo è che molti sono Repubblicani conservatori convinti che il Partito democratico porti il Paese troppo a sinistra verso il Socialismo e lo stato assistenziale.  Il secondo motivo è che molti italoamericani sono Cattolici, almeno nominalmente, e molto preoccupati della questione dell’aborto. La Chiesa cattolica ha assunto una posizione molto forte contro l’aborto e ha fatto chiaramente capire che un voto per il Partito democratico sarebbe stato un voto per ribaltare l’emendamento costituzionale Roe contro Wade. Penso che molti cattolici italoamericani siano stati fortemente influenzati dalla posizione della Chiesa e che abbiano votato Repubblicano soltanto per questo motivo. 

Io ho votato Barack Obama perché ho pensato fosse la scelta migliore per il mio Paese. A convincermi sono stati  la sua intelligenza, la sua eccellente istruzione, la sua storia familiare, la sua educazione internazionale e le sue origini, la sua capacità d’espressione, la calma e il suo comportamento ponderato. Credo pure nei principi basilari di Obama e del Partito democratico; la sua posizione sulla guerra in Iraq, sull’assistenza sanitaria universale, il miglioramento dell’istruzione.  Da Cattolico praticante sono contrario all’aborto, ma penso che sia una questione morale e di scelta personale. Credo pure che, quando si considera la direzione generale del Paese, esistono altri problemi morali – come l’assistenza sanitaria universale – che meritano pari attenzione.

Penso che la strada di Obama e degli Stati Uniti sarà difficile  visti gli immensi problemi legati alla situazione economica, la guerra, il terrorismo, l’ambiente e la globalizzazione, per citare alcune delle questioni che noi e il mondo ci troviamo ad affrontare. Ma credo che Obama riuscirà a riportare il Paese sulla strada giusta e che la sua politica migliorerà la vita di tutti gli americani e che gli Stati Uniti otterranno nuovamente il rispetto e l’ammirazione del mondo intero. Sì, ce la possiamo fare._