21 aprile 2006

 

Ellis Island - La porta d’ingresso del sogno americano

 

Il Museo dell’Emigrazione di Ellis Island nella baia di New York racchiude una parte importante della nostra storia recente con ancora molti segreti da scoprire.

L’isola di Ellis Island  a fianco della Statua della Libertà ha simboleggiato l’inizio del sogno americano per milioni di emigranti alla ricerca di una nuova vita. In realtà questa struttura fu operativa a partire dal  1 gennaio 1892  fino al novembre 1954  con un transito di oltre 12 milioni di persone. Lo sbarco negli Stati Uniti fu pressoché libero e poco controllato fino al  1855. Non esisteva un ufficio centralizzato e le statistiche erano rappresentate dalle liste passeggeri compilate dal personale delle linee di navigazione.  Il crescente numero di emigranti soprattutto irlandesi e tedeschi richiedeva un controllo statistico e soprattutto sanitario che andava oltre le possibilità dei pochi ispettori e delle società di assistenza. La carestia delle patate in Irlanda e le nuove condizioni imposte dalla rivoluzione industriale avevano aumentato enormemente il numero degli emigrati. Nel 1850 i 200.000 sbarcati a New York erano per metà irlandesi e l’altra metà era costituita sopratutto da tedeschi. A questo punto l'emergenza fu affrontata adibendo il vecchio forte chiamato Clinton  situato sulla punta sudoccidentale  di Manhattan ovvero Battery Park  a stazione di controllo.

Dal 1 agosto 1855 al 18 aprile 1890 il 70% degli emigrati passò da Fort Clinton ribattezzato Castle Garden e noto agli Italiani come Castel Garden. Con il passare degli anni, l’aumento degli emigranti e degli episodi di intolleranza e sfruttamento nei confronti degli stessi, il governo federale chiuse per sempre Castle Garden. Adesso dopo varie vicissitudini e’ il centro informazioni da dove partono le escursioni per la Statua della Libertà ed Ellis Island.

Rosa Cavalleri nel raccontare la sua esperienza di emigrante cuggionese a Marie Ets Hall nel libro Rosa, Vita di una Emigrante Italiana, Ecoistituto della valle del Ticino – Cuggiono, provincia di Milano evidenzia la drammaticità del primo impatto con il viaggio in nave e con l’America proprio a  Castle Garden dove attraccò a bordo della nave Normandie il 1887. Immagini che nonostante la brevità dell’esperienza sarebbero rimaste per sempre con chiarezza nella mente di tutti.

L’America! Ecco davanti a noi il paese dove chiunque poteva trovare un lavoro, dove i salari erano cosi alti  che era quasi impossibile soffrire la fame, dove gli uomini erano liberi e uguali e dove persino un povero poteva avere un pezzo di terra tutto per sé.

Attracco a New York e poi trasferimento in battello a Castle Garden dopo una prima sommaria visita medica.

Alcuni dottori erano intanto saliti a bordo  per controllare le nostre vaccinazioni e farci un controllo agli occhi. Un uomo, piuttosto anziano che non riusciva a parlare, fu rimandato indietro assieme due donne che avevano dolori agli occhi.

Il tracoma era una delle malattie che impedivano l’ingresso in America.

Una volta arrivati all'ufficio vero e proprio, attraversammo una porta stretta e ci ritrovammo in uno stanzone buio e polveroso, illuminato solo da qualche spiraglio di luce che veniva dal soffitto.

Là dentro era ammassata tanta povera gente come noi, sbarcata poche ore prima che aspettava seduta su delle panche o per terra. Una parte di quel locale era occupata da vecchi tavoli con sopra del cibo che si poteva comprare. Verso il centro, chiuse tra due sbarre di ferro, c’erano delle scrivanie davanti a cui si passava per un primo controllo.

Rosa e i suoi compaesani non ebbero problemi. Uscirono, presero i biglietti per il treno e i soldi americani e si avviarono all’uscita  dove trovarono tutti i loro bagagli.

In attesa di una nuova sistemazione definitiva gli emigranti furono temporaneamente processati dal 18 aprile 1890 al 31 dicembre 1891 al Barge office che era situato sulla punta sudorientale di Manhattan.

Il pensiero generale favoriva la nuova sede su un’isola della baia di New York  da dove sarebbe stato anche più facile il trasferimento alle stazioni ferroviarie del New Jersey, stato che voleva anche liberarsi dei residui della polveriera su un’isola vicina alle sue coste. Fu cosi che dopo diversi i suggerimenti fu scelta Ellis Island.

Ellis Island divenne cosi il luogo dove milioni di emigranti furono ispezionati prima di entrare in America. Le navi attraccavano sempre nel porto di New York. Qui i passeggeri con passaporto americano oppure stranieri con biglietti  di prima e seconda classe erano controllati a  bordo e quindi potevano sbarcare. Invece i passeggeri di terza classe steerage venivano trasbordati a Ellis Island  su un traghetto. A volte restavano due o tre giorni a bordo delle navi in attesa  che la coda al centro di smistamento si smaltisse. E’ facile immaginare le condizioni fisiche e morali di questa fiumana di persone che arrivava dopo un viaggio faticoso e doloroso.

Rosa racconta “Noi poveracci scendemmo nella stiva della nave a cui si accedeva attraverso una botola: là sotto c’era un gran buio e lunghe file di letti a castello di legno dove dormivamo tutti insieme: tedeschi, italiani, polacchi, svedesi, francesi. Bisogna ricordare che in quei tempi sulle navi era ben diverso da oggi: uomini, donne e ragazze stavano tutti nello stesso letto, separati solamente da un’assicella per evitare di rotolare uno sopra l’altro.

Rosa continua e descrive una tempesta che dura tre giorni mentre loro sono sottocoperta con la porta sprangata : Là sotto non avevamo ne’ acqua ne’ luce  e ben presto a molti di noi venne il mal di mare. Eravamo intrappolati come dei topi in un buco, ci aggrappavamo ai sostegni del letto o alle strutture in ferro per evitare di essere trascinati via.

Gli emigranti arrivavano con i documenti emessi nel paese di origine e un’etichetta con le informazioni relative alla nave con cui erano arrivati. Oltre al nome dell’emigrante, il porto di partenza e l’ultimo luogo di residenza.

Le liste passeggeri delle navi erano compilate dai funzionari della compagnia di navigazione e non dai funzionari di Ellis Island. E’ importante sfatare subito la leggenda metropolitana riguardante i nomi cambiati all’arrivo in America. In realtà mentre i funzionari delle navi avevano a che fare con passeggeri di diverse nazionalità e poco aiuto, ad Ellis Island c’era un numero adeguato di interpreti per tutti i gruppi etnici. Fiorello la Guardia fu uno di questi nel periodo in cui studiava per diventare avvocato forte della sua conoscenza dell’italiano, inglese e yiddish. Nomi ponderosi come Garavaglia divennero Garavalia quindi Garvalia e successivamente Garvali dopo la naturalizzazione così come Scandroglio divenne Scandroli e Vanzaghi si tramutò in Vansaghi. Quiand’anche i nomi fossero stati cambiati o storpiati ad Ellis Island o dai funzionari delle navi, alla fine era il processo di naturalizzazione che determinava e confermava il nuovo nome e cognome da americano secondo i documenti ufficiali  in possesso del richiedente.

Un primo esame medico evidenziava le persone con deformità tali da richiedere un ulteriore esame cui veniva marcato il risvolto con un gesso e avviato all’ospedale. Ad esempio C significava congiuntivite, B stava per schiena, K per ernia, S per senilità e Ct per il tanto temuto tracoma.

Muniti della Inspection Card con un numero di riferimento, gli emigranti  dopo attese che duravano giornate intere  venivano avviati al Registry Room  ( Sala di Registrazione) per il controllo individuale vero e proprio.

Questo era il momento più temuto in quanto la paura di essere rifiutati era grande. Le compagnie di navigazione avevano l’obbligo di verificare che gli emigranti fossero idonei ad entrare in America.

Questo compito non era facile in quanto molti emigranti partivano ad esempio dall’Italia per poi partire da Le Havre con il biglietto in tasca e potevano facilmente sfuggire ai controlli francesi.

La prassi di colpire il vettore continua anche oggi. Infatti, le compagnie aeree sono ritenute responsabili della documentazione dei passeggeri che vanno in Usa indipendentemente dalla possibile accuratezza dei controlli effettuati.. Qualora ci fossero delle infrazioni, le compagnie sono multate senza troppe attenuanti.

I funzionari avevano il compito di accertarsi che non entrassero persone che avrebbero potuto diventare un peso morto per la società sia dal punto di vista sanitario che da quello sociale. Il numero dei respinti è intorno al 2 percento. Su 1.285.000 immigrati soltanto 13.000 furono in realtà rimandati al paese d’origine.

Una volta espletate le formalità di rito, gli emigranti scendevano le Scale della Separazione dove ognuno andava verso la propria destinazione. Nonostante le agenzie di assistenza e la presenza a;meno dal 1894 al 1900 del;ufficio italiano del lavoro diretto dal prof. Alessandro Oldrini  per conto della nostra Ambasciata a Washington, gli emigranti una volta raccolto il loro bagaglio erano spesso alla mercè di truffatori, lenoni e delinquenti vari al soldo dei vari padroni. La strada del sogno era costellata di ostacoli.

Sempre Rosa racconta la sua prima esperienza all’arrivo a New York: Quando il cancello fu aperto, alcuni uomini che portavano dei distintivi entrarono di fretta avvicinandosi poi a tutte quelle persone di diversa provenienza. Un uomo ben vestito con bastone da passeggio e baffi lucidi ci venne incontro, stringendo la mano a Pep. ”Buongiorno, paesani, buongiorno, benvenuti nel Nuovo Mondo, benvenuti in America”. In breve il tizio si offre di aiutarli e dopo essersi accertato che avevano i biglietti ferroviari e i soldi americani, si identifica come Bestini e si offre di aiutarli visto che il treno per il Missouri partirà soltanto fra tre giorni ospitandoli nel suo hotel.

Come aveva detto, il Bertini ci mise sul treno dopo tre giorni ma prima ci spillò tutti i nostri soldi, circa tredici dollari a testa, lasciandoci senza neanche un cent per un pezzo di pane. A nessuno di noi era passato per la mente che ci stesse imbrogliando.

Curiosamente Filippo Branca, emigrato da Turbino, provincia di Milano, padre del famoso giudice Angelo Branca della corte suprema canadese si fermò all’Hotel Bertini al numero 154 di Bleecker Street di New York durante il transito verso Vancouver dopo essere sbarcato dalla nave Lorraine il 3 ottobre 1908.

Ellis Island fu distrutta da un incendio il 14 giugno 1897 e il Barge Office ritornò operativo sino al 16 dicembre 1900, quando fu inaugurata la nuova struttura di Ellis Island. La prima guerra mondiale cambiò Ellis Island che divenne anche centro di detenzione dopo  il 1917 anche per deportati e perseguitati politici. La porta del sogno americano stava per chiudersi. Dopo il Red Scare il numero delle persone diminuì e la nuova politica sull'immigrazione del 1921 e del 1924 avrebbe cambiato il ruolo di Ellis Island che durante la seconda guerra mondiale avrebbe anche detenuto cittadini con passaporto italiano tedesco e giapponese.

Ellis Island chiuse i battenti il 12 novembre 1954.

Nel 1965  il presidente Lyndon Johnson dichiarò  Ellis Island monumento nazionale. Dal 10 settembre 1990  l’edificio principale è diventato il museo dell’emigrazione di Ellis Island.

Il Presidente Ronald Reagan nominò capo della commissione per il restauro della  Statua della Libertà ed Ellis Island Lee (Lido) incocca figlio di oriundi napoletani che aveva diretto la Ford Motor Company e la Chrysler Corporation.

Una storia lunga che si apre ai nostri occhi e che attraverso le liste delle navi ci permette di essere al fianco dei nostri antenati e di capire un po’ della loro storia che e’ poi la nostra storia._


Maggiori Paesi di Emigrazione :  1820-1978

 

Paese di origine

Emigranti

Percentuale

Anno di punta massima

 

Germania

6.978.00

14.3

1882

 

Italia

5.294.000

10.9

1907

 

Gran Bretagna

4.898.00

10.01

1888

 

Irlanda

4.723.000

9.7

1851

 

Austria-Ungheria

4.315.000

8.9

1907

 

Canada

4.105.000

8.4

1924

Russia

3.374.00

6.9

1913

 

Scandinavia

 

2.525.000

5.2

1882