19 dicembre 2009

 

Olivia e Teresa Dalessi, San Rafael, California

 

Le sorelle Dalessi non sono ancora riuscite ad arrivare prime al torneo di bocce cui partecipano sempre, ma non si sa mai, forse l’anno prossimo.
Olivia e Teresa Dalessi sono due sorelle molto vivaci di San Rafael, una cittadina appena al di là del ponte Golden Gate di San Francisco. I turisti, di solito, visitano solamente Sausalito che ricorda vagamente Portofino. San Rafael è subito dopo, ma non ci vanno mai. Peccato. C’è un centro civico disegnato dal celebre Lloyd Wright, una chiesa del gruppo delle missioni, il mare, una serie di canali navigabili, la baia. Una città dove vivere. Le sorelle Dalessi ci vivono da sempre, ovvero da quando sono nate  negli Anni Venti. I discendenti paterni erano svizzeri italiani di Cavergno approdati in California via istmo di Panama al tempo della Guerra Civile, mentre quelli materni erano originari di Lonate Pozzolo, Varese.
Ogni Natale mi mandano gli auguri con un biglietto vero, quest’anno una raffigurazione dei Re Magi. Nel tempo hanno riscoperto il loro italiano e mi piace lo usino di quando in quando. Mi raccontano e riassumono la storia dell’anno trascorso e le immagino nella loro casa ordinata e piena di vita di ieri dove,  quando ti affacci alla finestra, immagini la vita degli emigrati italiani che sembra persistere almeno nell’architettura delle case e nel rapporto tra le persone.
Questa’anno mi hanno dettagliato le celebrazioni dei compleanni dei loro nipoti, l’ultima dei quali ha compiuto un anno, Madeline Jepkemboi Gagen. Mi hanno informato del loro continuo impegno nelle opere di assistenza e del loro torneo di bocce. Bocce non bowling. Sono arrivate seconde  anche quest’anno, non sono mai arrivate prime, ma c’è sempre il prossimo anno. Ci sperano molto.
Nel 1985 le due sorelle Dalessi lessero un articolo che avevo scritto sull’emigrazione da Lonate Pozzolo. Si misero in comunicazione e dopo diversi viaggi le indussi a costituire un Gruppo Lonatese con lo scopo di preservare la storia degli emigrati da Lonate Pozzolo e degli italiani in generale attraverso una newsletter, la pubblicazione delle loro storie, la cura del cimitero e altre attività. San Rafael si gemellò con Lonate Pozzolo. Dopo oltre vent’anni il Gruppo Lonatese si è trasformato, ma continua ad esistere.
Il mese di novembre 2009 la casa editrice di New York Palgrave Macmillan ha pubblicato il resoconto della storia del Gruppo Lonatese in un volume curato da Luisa Del Giudice dal titolo “Oral History, Oral Cultures, and Italian Americans”(Storia orale, culture orali, e gli italo americani). Il saggio di
Ernesto R Milani intitolato “Il Corriere del Pomeriggio of the Gruppo Lonatese of San Rafael, Marin County, California” racconta il recupero di quanto rimasto della cultura e dei legami con l’Italia dopo oltre un secolo di trasformazione, ed evidenzia come il processo di americanizzazione sia avvenuto trascinando senza difficoltà la matrice etnica iniziale.
Proprio in questi giorni la Pro Loco di Lonate Pozzolo ha pubblicato l’edizione 2010 del Tacùin da Lunà, Lonatese Calendar  che quest’anno illustra mirabilmente l’importanza del torrente Arno : “L’Arno ‘Fiume di Lombardia’, quando la tecnologia mette in chiaro le acque”. Dal 1989 ovvero dall’inizio dei rinnovati rapporti con San Rafael, il calendario, sempre a tema, riporta i nomi dei santi in dialetto lonatese e in inglese con uno spazio, sempre in inglese, dedicato a San Rafael.
Calendario che continua a essere spedito a San Rafael e a essere gelosamente esposto e poi custodito assieme alle edizioni precedenti per comporre la storia di un paese da cui troppe persone emigrarono ma che non è mai stato completamente dimenticato.  Le sorelle Dalessi si impegnano poi a spedirne alcune copie ai cugini di Walla Walla, stato di Washington dove vivono altri lombardi di Lonate Pozzolo. Qui Marylin Mccann raccoglie invece la documentazione che riguarda la bachicoltura in Lombardia per capire ciò che i nonni cercavano di spiegarle. Ovviamente non intendo dilungarmi su questo nuovo filone.
Per adesso faccio il tifo per Olivia e Teresa. Forse arriveranno prime, ma anche se così non fosse so che non  perderanno mai il sorriso e la speranza._