14 agosto 2009
Tontitown,
Arkansas, USA, villaggio fondato da italiani
So big, this little place, the founding of
Tontitown, Arkansas, 1898-1917 ovvero Questo posticino, così grande,
la nascita di Tontitown, Arkansas, 1898-1917 di Susan Young, pubblicato
nel 2009 dal Museo Storico di Tontitown narra le vicende legate alla
formazione e ai primi anni di questa colonia di italiani.
La storia incomincia sul finire del 19° secolo nel mezzo della Grande
migrazione. Mentre le centinaia di migliaia di migranti italiani si
ammassavano sulla costa orientale degli Stati Uniti, pochi si dirigevano
a sud. Il crescente bisogno di manodopera nelle piantagioni di cotone
indusse gli stati dell’Arkansas e del Mississippi a tentare di
reclutarla in Europa. In queste circostanze si inserì tra i primi un
uomo d’affari di New York, Austin Corbin che aveva rilevato la
piantagione di Sunny Side, situata nella parte concava del lago Chicot
nell’estremità sudest dell’Arkansas, proprio di fronte al centro
cotoniero di Greenville, Mississippi divisa dal fiume omonimo. Corbin si
mise in affari con l’allora sindaco di Roma, don Emanuele Ruspoli. Nel
1895 e 1896 oltre mille migranti arrivarono a Sunny Side. Erano
soprattutto marchigiani, veneti e modenesi. Corbin aveva progettato la
formazione di un villaggio italiano basato sulla cultura del cotone. I
suoi sogni naufrarono ben presto a causa del clima insalubre, delle
cattive condizioni del contratto in atto e da una serie di malattie e
morti che minarono la resistenza fisica e morale dei coloni.
La colonia non aveva leader. Corbin mandò un prete, don Pietro Bandini
che allora operava a New York a guidare un gregge allo sbando. Padre
Bandini prese in mano la situazione e fece apportare diverse migliorie,
ma lo stato generale peggiorò a causa della morte improvvisa di Corbin
nel giugno del 1896. Alcuni coloni cominciarono a perdersi d’animo.
Padre Bandini cominciò allora a interessarsi alla possibilità di
acquistare dei terreni altrove ove edificare un’altra colonia. A fine
1897 Sunny Side era ormai allo sbando e disgregata. Alcuni coloni
tornarono in Italia, altri andarono a Irondale, Alabama, altri ancora si
spinsero fin nel Missouri dove fondarono Rosati, mentre altri,
soprattutto marchigiani, restarono a Sunny Side.
Padre Bandini si mise alla testa del gruppo composto soprattutto da
veneti di Recoaro e dintorni e ai primi del 1898 li condusse a nordovest
dell’Arkansas vicino a Springdale dove poco a poco sarebbe sorta
Tontitown, così chiamata per ricordare la figura dell’esploratore
italiano Enrico Tonti, famoso anche per la sua discesa lungo il
Mississippi del 1682.
Gli inizi furono difficili perché il gruppo dovette costruire in
sostanza tutto dal nulla. Non si persero d’animo. Si concentrarono
sull’agricoltura: viti, alberi da frutta, granturco e bestiame. Per
avere denaro liquido spesso lavorarono stagionalmente in miniera, in
Oklahoma.
Già nel 1905, durante la visita dell’ambasciatore italiano Mayor Des
Planches, Tontitown ne aveva suscitato l’ammirazione. I circa 250
abitanti possedevano la propria terra ed erano già stati in grado di
costruire una bella chiesa dedicata a san Giuseppe. “L’anima della
colonia, lo spirito creatore e vivificatore e Padre Pietro Bandini,
forlivese di nascita, toscano di padre, svizzero di madre. Egli è
parroco, notaio pubblico, ispettore delle scuole del distretto, nominato
dal giudice dapprima, confermato poi dal voto popolare, assistente
postale e garante del postmaster. Dirige le culture agricole, dà lezione
di italiano ai grandicelli. Sovrintende alla scuola elementare,
affidata brava maestra americana che sa anche la lingua nostra. Insegna
il violino, ammaestra il capo della banda musicale. Si è fatto notaio
per esaminare i titoli di proprietà e rivedere i contratti”.
Ai coloni reduci dall’esperienza di Sunny Side si aggiunsero poco a poco
altri italiani attratti dall’idea di un insediamento operato da persone
dello stesso paese. Tra costoro Luigi Ardemagni di Casalbuttano, classe
1831, emigrato nel 1897 a Fort Smith, Arkansas e quindi stabilitosi a
Tontitown con i figli Pietro e Felice. Luigi era ebanista e falegname,
mestieri che aveva trasmesso al figlio Felice, già soldato di
cavalleria per cinque anni. L’altro figlio Pietro oltre che agricoltore
e falegname faceva pure il cuoco. Non c’erano altri lombardi a Tontitown.
Tontitown prosperò sotto l’attenta guida di padre Bandini e a poco a
poco sorsero tutti i servizi necessari al funzionamento autonomo della
colonia: agli agricoltori si aggiunsero il macellaio, il carpentiere, lo
stagnino, le insegnanti, il postini, il muratore, il venditore di
case,il capostazione della ferrovia.
Padre Bandini vagheggiò l’idea di una più vasta colonizzazione in
accordo con le compagnie ferroviarie, soprattutto la Kansas City and
Memphis Railroad, ma non se ne fece nulla. Anzi, molte delle sue
attività extra religiose gli crearono diversi problemi che gli fecero
ritardare un agognato ritorno in Italia nel 1911. Adesso poteva pure
allontanarsi da Tontitown ormai organizzata come villaggio. Ne era stato
eletto primo sindaco nel 1910, ma poi lasciò. Nel 1913 quando era
sindaco Felix Ardemagni fu approvata la seguente delibera che la dice
lunga sullo spirito della colonia : “Ordinanza n. 11 relativa alla
manutenzione delle strade, vicoli e suolo pubblico entro i limiti del
villaggio. A tutti gli uomini abili compresi fra i diciotto e
quarantacinque anni si richiede di lavorare alla manutenzione stradale
fino a un massimo di dieci giorni l’anno. E’ammessa la sostituzione con
altro lavoratore oppure con il pagamento di un dollaro oppure con il
prestito di un carro, di animali da tiro o di attrezzi da lavoro”.
Per celebrare la nuova colonia e soprattutto il raccolto dell’uva, agli
abitanti di Tontitown istituirono il Grape Day Festival che si sviluppò
fino a diventare il famoso Grape Festival che lo scorso 4-9 agosto
2009 ha visto la 111° edizione con imponente partecipazione di pubblico
da tutta la regione.
Padre Bandini non partecipò all’edizione del 1916. Problemi di salute lo
tennero lontano. Il 9 dicembre 1916 subì una paralisi. Non si riprese
più. Morì a Little Rock il 2 gennaio 1917. Fu sepolto a Tontitown con
tutti gli onori e alla presenza di color che lo avevano aiutato a
costruire un villaggio dal niente.
A chi anni prima gli aveva chiesto che cosa ci facesse una persona
istruita come lui in un posto così desolato aveva risposto che adesso
la posta arrivava mattina e sera e che era in grado di mantenere una
corrispondenza veloce con tutto il mondo :“Forse un giorno non avranno
più bisogno di me. Qualcun altro occuperà il mio posto e posso tornare
alle mie altre attività. Ma questo posticino, è così grande”.
E così continuo a sfogliare il libro che Denise Pellin mi ha gentilmente
mandato da Tontitown. E’ anche un libro di fotografie che narrano la
storia di Tontitown, mai vista prima d’ora attraverso ciò che hanno
lasciato le sorelle Bastianelli, custodi prima del benessere di padre
Bandini e traverso la conservazione di questi preziosi documenti della
sua opera e di un pezzo di storia d’Italia.
Come sempre, qualcuno adesso vorrà sapere che ne è stato di Sunny Side.
E’ vero, è un’altra storia._ |