6 febbraio 2008

 

La Società dei Clandestini

 

Al Princess Chateau di Lodi, New Jersey si è tenuta nel 2006 la cerimonia commemorativa della fondazione della Società dei Clandestini.

In tempi di costanti notizie riguardanti l’immigrazione clandestina in Italia, colpisce la notizia della celebrazione dell’anniversario di fondazione di una società sorta anche per ricordare i clandestini italiani in America. Quegli sventurati che alla vista della Statua della Libertà e della selva dei grattacieli di New York si gettavano in mare per raggiungere poi a nuoto la costa americana.

La storia della Società dei  Boat Jumpers (letteralmente : coloro che saltano dalla nave) deve molto al Mayflower, la nave che nel 1620 trasportò dall’Europa all’America i Padri Pellegrini che fondarono poi la colonia di Plymouth, vicino Boston  nel Massachussetts. Alcuni commensali di origine italiana del ristorante Guido di Hackensack nel New Jersey si stancarono a tal punto di ascoltare le vanterie degli anglosassoni. Quest’ultimi sembravano, inspiegabilmente, discendere tutti dai Padri Pellegrini, e così decisero di costituire un loro club, per esaltare le virtù e le conquiste degli italiani arrivati in America ben prima del Mayflower. Il nome di Boat Jumpers fu scelto per rendere omaggio a tutti gli italiani arrivati clandestinamente e mettere così maggiormente in rilievo quello che erano riusciti a fare.

Al Del Greco, un cronista sportivo, fu eletto portavoce, mentre  Pat Di Zenzo divenne presidente e Phil Mancini fu nominato segretario-tesoriere. Siccome non erano necessarie altre cariche, il quarto socio fondatore, Guido Travaini, proprietario del ristorante Guido ed originario di Travo, l’ultimo paese della provincia di Piacenza al confine con la Lombardia,  non ebbe alcun incarico.

Era l’anno 1956.

Lo scopo della società era e resta quello di riunirsi una volta all’anno e questo incontro significa relax dai problemi della vita quotidiana sia per chi lavora sia per i pensionati. Ogni anno i Boat Jumpers premiano tre cittadini di rilievo secondo un criterio tenuto segreto e ristretto ai membri del comitato organizzatore. In realtà il vissuto ed il successo dei prescelti sono tuttora materia prima per poterli esporre al pubblico ludibrio e creare così un’atmosfera piacevole per tutti i convitati.

Addirittura ci sono i roaster  (letteralmente arrostitori) che hanno il compito specifico di prendere in giro i premiati e divertire il pubblico. Il club non è settario e a poco a poco ha perso la sua identità propriamente italiana, anche se il riferimento è sempre quello. Li definirei italici ovvero amanti delle cose italiane e soprattutto degli italiani.

Un altro modo per fare networking, per creare nuove amicizie, consolidare quelle vecchie e creare contatti duraturi. Per l’occasione la società stampa il giornale informativo “Boat Jumpers” dal contenuto autocelebrativo, ma certamente interessante perché dà un’immagine della comunità italoamericana di Hackensack, dove ha sede legale la Boat Jumpers Inc. e di Lodi, ambedue cittadine del New Jersey appena fuori New York con un terzo della popolazione di origine italiana.

Innumerevoli istantanee dell’evento dell’anno precedente costellano la pubblicazione, così come le notizie spicciole dall’Italia oppure le biografie di chi ce l’ha fatta, con un grande interesse verso gli italoamericani del passato, spesso sconosciuti come Bartholdi, Vigo, Brumidi.

Secondo Phil Mancini, lo spirito dei Boat Jumpers si può riassumere in questo modo : le storie di successo  alla fine possono risultare noiose e così in questa occasione i prescelti vengono ricondotti un po’alla realtà e messi sulla graticola per il loro piacere, ma soprattutto per quello degli invitati. Hanno le spalle larghe e sono forti di cuore.

Nonostante queste forche caudine il numero dei partecipanti è sempre numeroso e le liste d’attesa sono lunghissime.  Per questo motivo la sede dell’evento ha spesso cambiato sede in quanto è la manifestazione dove le persone che contano non possono mancare.

Riporto di seguito il testo dell’invito alla festa indetta per il 29 aprile 1977:

“Amici:

Rieccoci! La 21a  Cena dei Boat Jumpers si terrà venerdì 29 aprile 1977 al Cottage Inn di Lodi.

Se ne avete avuto abbastanza di questa scemenza, non datevi la pena di chiamare Phil Mancin per prenotarvi.

Il segretario-tesoriere sta facendo di tutto per starvene alla larga ed ha aumentato il costo dei biglietti  da $17.50 a $20.50.

Il nuovo costo è stato contrastato con veemenza dal comitato organizzatore della cena ma Phil Mancini si è appellato al giudice capo Trautwein che ha autorizzato subito l’aumento.

Come sempre renderemo omaggio a tre Boat Jumpers. Tuttavia il lavoro di selezionare i possibili candidati sta diventando sempre più difficile in quanto il campo si sta assottigliando e Carl Hartmann è stato bandito dal comitato esaminatore.

I 600 biglietti a disposizione saranno certamente venduti nei prossimi dieci giorni  e questo dà un’idea della mentalità dei nostri ospiti oppure del degrado dei programmi TV del venerdì sera.

Comunque se volete una scusa per uscire di casa quella sera chiamate Phil appena possibile. Se invece volete alzarvi sobri la mattina dopo, allora lasciate stare tutto”.

Tutto chiaro o no?

Le cose cambiano. Nel 1994 un gruppo di avvocati, quelli del politicamente corretto ha contestato

la segregazione del gruppo che non ammetteva le donne e cosi sì  è formato il gruppo delle Godmother (madrine) aperto anche ai maschi.

Il costo del biglietto era intanto salito a $50.

Era cominciato tutto per ricordare i clandestini._