23 giugno 2007
 

Censimento ed etnocidio elettorale degli italiani all’estero

 

Un’analisi dell’Italian American Studies mette in rilievo i problemi relativi all’accertamento del numero corretto degli italiano all’estero che hanno diritto al voto.

Durante la campagna elettorale del 2006 diversi candidati  chiesero il servizio dell'Institute for Italian-American Studies diretto da Rocco Caporale per analizzare la lista degli elettori fornita loro dal Ministero dell'Interno italiano. Allo stesso tempo America Oggi, il quotidiano italiano di New York  commissionò al medesimo centro di Caporale una ricerca telefonica pre-elettorale su un campione di elettori del Centro e Nord America e, subito dopo il voto, un'altra ricerca post-elettorale.

Mettendo a confronto i dati ufficiali del Ministero dell'Interno del gennaio 2006 con quelli aggiornati al 30 giugno 2006, emerge subito la persistenza di carenze, errori e incongruità in quella che passa come la lista "allineata" e "corretta" degli italiani all'estero.

L’analisi campione dei cittadini italiani nello Stato di New Jersey, attraverso la cosiddetta AIRE allineata e quindi presumibilmente pulita, si scoprì con grande stupore che la lista corretta non solo conteneva ancora un alto tasso (13%) di errori, ovvi e facilmente eliminabili, ma che un' alta percentuale di persone dello stato del New Jersey che si considerano cittadini italiani, hanno il passaporto italiano e si sono registrate all'AIRE, non erano incluse nell'Elenco Ufficiale.

Queste constatazioni danno l'impressione che tra il 1988 e il 2007 sia stato perpetrato un vero e proprio Etnocidio Elettorale, che purtroppo è ancora in corso.

Che ha determinato questo fatto increscioso? 

Dopo decenni di inazione, il 27 ottobre 1988 il Parlamento Italiano approva la legge Tremaglia  N. 470, Anagrafe e Censimento degli italiani all'estero, che predispone un vero Censimento degli italiani all'estero da condursi contemporaneamente a quello nazionale.

Tale censimento non è stato ancora condotto in tempo reale.

La  legge stabiliva che i Comuni (e quindi il Ministero dell'Interno) fossero i responsabili primari per l'AIRE (un errore madornale e costosissimo), ma allo stesso tempo affidava al Ministero degli Esteri il compito di rintracciare gli italiani all'estero usando tutti i mezzi disponibili all' indirizzo comunque accertato.

La legge provvedeva anche al depennamento degli irraggiungibili, per età avanzata, per morte, o  per  irreperibilità' presunta in due censimenti successivi.

Per sopperire alle spese del censimento, il Parlamento stanziò cinque miliardi di lire nel 1988, dieci miliardi all'anno dal 1989 in poi e altri due miliardi  per il Ministero dell'Interno. Le somme non spese in un anno potevano essere spese nei due anni successivi.

Pertanto, nei quasi 20 anni dall'approvazione della legge nel 1998 il governo italiano ha messo a disposizione circa 150 milioni di Euro, ha permesso di assumere 350 digitatori sparsi nei vari Consolati al solo scopo di ripulire l'elenco AIRE, e ha concesso ai Consolati la facoltà di aumentare il personale di 150 unità.

La normativa conteneva tre errori enormi:

1. Per varie ragioni, i Comuni non erano assolutamente qualificati e attrezzati per fungere da fonte primaria delle informazioni desiderate

2. I Consolati (Ministero degli Affari Esteri -MAE) non disponevano di un meccanismo per  la racconta ex novo, o per l'aggiornamento, dei dati raccolti in tempi antecedenti e diversi, nè disponevano di una persona competente, addetta esclusivamente a questa mansione

3. La procedura escludeva metodologie aggiornate e valide, specialmente se predisposte in combinazione tra di loro, come l'uso dei Comites, di elenchi telefonici, di indirizzi internet e dei registri delle 8.000 e più associazioni di Italiani all'estero, tutte strategie utili e adatte a misurare dal vero e in contemporanea la realtà demografica della popolazione italiana all'estero.

Il risultato di questi errori, nonostante l'impegno massiccio di denaro e personale, è che, venti anni dopo, non solo non esiste ancora un elenco sufficientemente accurato degli elettori italiani all'estero, ma una buona parte degli elettori sono stati eliminati dalla lista AIRE e quindi privati del loro diritto di voto.    

Secondo i dati ISTAT, che rappresentano i risultati del Primo Censimento, nel 1991  gli italiani residenti all'estero e con cittadinanza italiana erano  5.115.747.

Il comunicato ISTAT faceva notare che in questa cifra non erano inclusi migliaia di emigrati che avevano optato per la cittadinanza della nazione di emigrazione e che pertanto avevano perso  la cittadinanza italiana (che in seguito avrebbero potuto riacquistare). 

In considerazione di varie leggi pendenti, il Secondo Censimento degli Italiani all'Estero  veniva rimandato al 2003. Le cifre provvisorie pubblicate dai due Ministeri interessati, indicano che al 6 marzo, 2000  si erano già registrate nei vari Consolati 3.840.281 persone, su una stima totale di 4.250.000  cittadini italiani residenti all'estero.

Ma a giugno 2003, a seguito della prima verifica del voto per corrispondenza, i responsabili per gli italiani all'estero dell'Ulivo lamentavano un Depotenziamento della legge costituzionale 459/2001 e riportavano i dati contradditori degli iscritti negli schedari consolari (3.964.887), dell'elenco del Ministero dell'Interno di connazionali residenti all'estero (2.916.982) e degli elettori risultanti al Ministero dell'Interno (2.447.787). In base ai dati disponibili, i responsabili rilevavano la non ammissibilità del voto di circa 50% dei connazionali iscritti negli schedari consolari.  Gli esponenti dell'Ulivo contestavano anche la qualità dei dati: solo 1.871.344 posizioni con indirizzo formalmente recapitabile sul totale di 2.447.787 dell'Elenco degli Elettori;  48.653 nominativi privi di uffici consolari di riferimento; 527.451 posizioni con gravi incongruenze negli indirizzi che rendono molto improbabile la reperibilità; 13.191 posizioni gravemente lacunose che rendono sicuramente non recapitabile il plico postale; 8.227 nominativi presenti più di una volta..." ("Cifre, informazione, procedura: il flop del voto" News ITALIA PRESS N° 117 , 18 giugno 2003).

Il governo rispose a questa critica con l'Operazione Mailing: Missione Voto all'Estero. Due milioni di lettere furono spedite per verificare l'indirizzo esatto dei votanti all'estero e per sincronizzare i dati dei due Ministeri.  Il messaggio del Ministro Mirko Tremaglia notava che i dati fino a questo momento hanno presentato delle differenze su circa 2.000.000 di posizioni relative ad altrettanti cittadini residenti all'estero..Per quest'iniziativa, il Ministro otteneva lo stanziamento di altri sei milioni di euro.

L'invio delle lettere non solo non diede i risultati desiderati, ma aggravò la situazione perchè alla conclusione dell' operazione mailing venivano eliminati ben 1.800.000 nominativi dalla lista degli italiani all'estero, mentre  la differenza tra le due liste era stata stimata a 800.000 nominativi (News ITALIA PRESS N° 2 del 5 gennaio 2004).

Il 29 settembre 2004 il Ministero dell'Interno riportava che dal 1990 al 2004 ben 3.443.768 di cittadini si erano iscritti all'AIRE e che pertanto questo era il numero dei cittadini italiani residenti all'estero. Ciononostante al 7.12.2004 il MAE, in base all'anagrafe consolare dei 220 Consolati del mondo contava nei cinque continenti un totale di 4.026.403 di italiani con passaporto e cittadinanza italiana. Ma nel 2005, in una  anticipazione dei  risultati del Censimento del 2003 basata sull'analisi condotto dall'ISTAT di un campione di  nominativi presso le 220 sedi consolari, procedura  chiamata eufemisticamente Censimento gli italiani residenti all'estero risultavano 3.960.000.

Finalmente, l'8 febbraio 2006 il Ministero dell'Interno pubblicava nella Gazzetta Ufficiale l'Elenco Aggiornato dei cittadini italiani residenti all'estero, e stabiliva che al 31 dicembre 2005 il loro numero era  di 3.520.809 di cui solo 2.623.338 avevano il  diritto di votare (diminuiti a 2,614,839 al 30 giugno del 2006). Pertanto, in occasione delle elezioni dell'aprile 2006 il Ministero degli Esteri spediva 2.699.421 plichi elettorali. Tutti gli altri iscritti e possibili votanti venivano eliminati.

A elezioni concluse, l'Institute for Italian-American Studies conduceva un sondaggio telefonico di un campione statistico rappresentativo degli elettori negli USA e nel Canada, diretto ad appurare la ricezione dei plichi elettorali.

Da questo sondaggio emergevano i seguenti risultati: 1 elettore in famiglia, ricevuto 1 plico: 37%; 3 elettori in famiglia ricevuti 3 plichi: 14%;  4 elettori in famiglia ricevuti 4 plichi: 6%;  5 o più elettori in famiglia ricevuti 5 o più plichi: 6%; 2 elettori in famiglia, plichi ricevuti 1 si, 1 no: 10%; 4 elettori in famiglia, plichi ricevuti 2 si, 2 no: 1%; 3 elettori in famiglia, plichi ricevuti 2 si, 1 no: 1%; 4 elettori in famiglia, plichi ricevuti 3 si, 1 no: 1%; non è cittadino italiano ma ha ricevuto plico: 1%; cittadino italiano ma non ha ricevuto plico: 23%.

Queste percentuali parlano da sole.

A marzo 2007, il medesimo Istituto conduceva un'altra ricerca campione nello Stato del New Jersey, dalla quale risultava che il numero di cittadini italiani con diritto di voto residenti in quello Stato,diviso stranamente tra la giurisdizione consolare di New York e quella di Filadelfia era di 19.648, con una perdita di circa 8.000 unità rispetto ai dati del 2000, ma, cosa ancora più grave, con un tasso di errori ancora presenti,ortografici, mancanza di dati, numeri errati, facilmente correggibili del circa 13%.

Finalmente, l'analisi comparata delle differenze nei dati ufficiali per tutti gli Stati Uniti nel periodo dal 28 febbraio al 30 giugno, 2006 dava i seguenti, incredibili risultati:

 

Giurisdizione Consolare    Cittadini italiani residenti        Cittadini italiani  residenti                    Differenza

                                al 28  febbraio 2006               al 30 giungo 2006

 

Boston                                15.429                              12.750                                 -2.679

Chicago                               14.510                              11.045                                 -3.465

Detroit                               11.528                              10.021                                 -1.507

Filadelfia                            20.455                              20.506                                     51

Houston                                3.610                               3.143                                   -467

Los Angeles                           12.888                              11.974                                   -914

Miami                                 11.301                              11.390                                     89

New York                              80.288                              49.750                                -30.538

Newark                                15.418                              11.855                                 -3.563

San Francisco                          9.244                               9.118                                   -126

Washington                             4.431                               2.860                                 -1.571

                                          

Totale   USA                         199.215                             154.412                                -44.690

 

NdA. La somma dei cittadini italiani residenti al 28 febbraio 2006  risulta 119.102 non 199.215

                                         

Come si faccia a eliminare circa un quarto degli elettori nel breve periodo di quattro mesi è un fatto al di sopra di ogni immaginazione!

Ancora più strano è il fatto che per il voto di aprile 2006 agli elettori statunitensi venivano spediti 165.299 plichi elettorali.

Nelle stesse elezioni politiche del 2006, in tutta la circoscrizione Estero, a fronte di 2.699.421 plichi inviati in base all'Elenco allineato e corretto sono stati restituiti per mancata consegna 247.978 plichi, pari al 9,1% sul totale di quelli inviati. I plichi effettivamente recapitati sono stati dunque solo 2.451.443. 

Non fa quindi meraviglia se la settimana scorsa, nel suo incontro con gli italiani di New York, interrogato precisamente sul problema dell'AIRE, l'Onorevole Gino Bucchino, parlamentare in forza alla maggioranza di governo, eletto sulla Circoscrizione Estero, ripartizione America Settentrionale e Centrale, faceva capire che a Roma c'è clima di rassegnazione, perché l'opinione diffusa tra i parlamentari è che un Censimento accurato degli italiani all'estero non è più una possibilità. Ma ci si può stupire quando l'ex Ministro Mirko Tremaglia, ancora la settimana scorsa, affermava che ci sono più di tre milioni di italiani all'estero che votano... (News ITALIA PRESS N° 110 del 14 giugno 2007).

Gli esperimenti condotti dall’Institute for Italian-American Studies usando i dati a sua disposizione indicano che un Censimento sufficientemente accurato e completo degli italiani all'estero, come voluto dalla legge del 1988, se condotto da istituzioni competenti e con metodologie adeguate, non solo è fattibile, ma costerebbe solo una frazione di quanto il governo ha speso finora senza risultati soddisfacenti.

Ad esempio, secondo una tecnica di analisi  sviluppata dall’Istituto citato, si  dimostra che, almeno per quanto riguarda il Centro e Nord America e l'Australia, potrebbe essere eliminato circa il 7% degli errori ancora presenti nell'Elenco ufficiale degli iscritti all'Aire.

Ciò detto, è però doveroso chiederci:  chi è responsabile per questo deprimente stato di cose? Quanto incide su questa situazione disastrosa la confusione di compiti tra i due Ministeri in concorrenza tra di loro? E dove erano il CGIE e i Comites durante questo percorso disastroso per gli italiani nel mondo?  Quale era la loro responsabilità nel monitorare il lavoro concorrenziale e di limitato successo condotto dai due Ministeri, nonostante le forti somme di denaro e il personale impegnato?

E' logico ipotizzare  che la difesa del diritto di voto degli italiani all'estero avrebbe  dovuto essere la missione più urgente del CGIE e dei Comites. Ma, considerando che molti dei membri di questi enti erano stati eletti con una manciata di voti di amici e conoscenti, non ci si meraviglia se non era nel loro interesse assicurare che tutti gli elettori godessero dell'opportunità di essere inclusi nell'Elenco e, magari, di votare per l'opposizione...

Allo stesso tempo va anche riconosciuto che una parte non indifferente della comunità italiana all'estero ha sempre manifestato  infingardaggine, ignoranza, menefreghismo, sospetto e indifferenza nei suoi rapporti con il governo italiano e col processo elettorale. Per fare un esempio, quando l’Istituto si accorse che il nominativo del signor "Mene Frego" ("MF", nome d'arte...) di Brooklyn  risultava due volte nella lista AIRE, con due indirizzi diversi, si rintracciò il signor M.F. telefonicamente e gli fu posta la domanda: "Signor M.F., come mai il suo nome appare due volte nella lista Aire e con due indirizzi diversi? Ovviamente, qualcosa è sbagliato..." Il signor M.F. rispose testualmente:  "...professore, non mi interessa! ...professore, lasciamolo sbagliato!"  Però, avendo risposto a un numero di telefono attivo, il signor "MF"ci aveva indicato chiaramente quale dei due era il suo indirizzo corretto...

Se il balletto dei numeri presentato fin qui appare allucinante è perché riflette una situazione inaccettabile per una Nazione sviluppata come l'Italia...

Se ci si vuol consolare, però, basta pensare che perfino negli USA, che dispone di un Elenco completo degli americani all'estero che possono votare per corrispondenza, su cinque milioni di elettori, la maggior parte militari fuori dal paese, circa un quinto  non riesce ad esprimere e far contare il suo voto, o per disguidi postali, o per ritardi involontari, o semplicemente per la complessità delle procedure burocratiche ogni qual volta che si vota per corrispondenza...

Ma, sia che si tratti dell'Italia che dell'USA, a che vale una democrazia dove in teoria tutti hanno il diritto di voto, ma dove in pratica alcuni cittadini non  possono esercitare questo  diritto perché il loro governo non sa della loro esistenza o, se lo sa, preferisce ignorarli o addirittura depennarli?

In vista di quanto detto sopra, e volendo essere positivi, in anticipazione del prossimo Censimento del 2010, si offrono  le seguenti raccomandazioni ai legislatori e ai politici responsabili . Un vero Censimento degli italiani all'estero, e non una semplice riconta un po' più sofisticata di vecchi e inaffidabili elenchi, è fattibile, ma a certe condizioni:

 

   1. Un vero censimento deve essere basato sulla raccolta sul campo e in tempo reale dei dati attuali sulla comunità italiana all'estero;

   2. Questo compito va affidato non ai Comuni, ma a una unità speciale del MAE con la nomina di un addetto qualificato in ciascuno dei 220 Consolati nel  mondo;

   3. Per la raccolta dei dati censuari, debbono essere adottate tutte le varie e moderne metodologie, che risultano efficaci nei diversi Paesi, inclusa la verifica a mezzo delle liste telefoniche, la collaborazione obbligatoria dei Comites e quella volontaria delle Associazioni;

   4. La raccolta  e la verifica dei dati va decentralizzata, Nazione per Nazione, in  modo da usufruire delle diverse condizioni in ciascun Paese, inclusi i dati raccolti dalle autorità locali sui residenti con cittadinanza italiana.

   5. In occasione del prossimo Censimento, è imperativo che, al di là di ogni orientamento di parte, gli enti italiani dei vari Paesi, specialmente le Associazioni, vengano mobilitati per spingere le rispettive comunità a partecipare attivamente in questa missione di autoriconoscimento e porre così  fine all'etnocidio elettorale attualmente in  corso._

 

* Professor Rocco Caporale, Presidente dell'Institute for Italian-American Studies.

 

*Rocco Caporale/News ITALIA PRESS.