6 gennaio 2008


Bergamaschi in Canada

 

Il primo volume sull’emigrazione bergamasca in Canada, Little Italy, Voci e azioni della Chiesa italiana  tra gli immigrati di Toronto (Canada) è stato seguito in questi giorni dall’uscita del secondo tomo Little Italy. Percorsi e caratteri dell’emigrazione bergamasca a Toronto (Canada), pg. 420, contributo E 15.00, sempre a cura dell’infaticabile Antonio Carminati. Questo è il 4o volume del progetto di ricerca Storie di emigranti; percorsi e caratteri dell’emigrazione bergamasca in Europa e nel mondo..

Il 20 gennaio 2008 nella chiesa di Ste. Frances de Chantal  al 2747 di Jane Street a Toronto di padre Amedeo Nardone, i due volumi saranno presentati alla comunità bergamasca e italiana tutta dalla delegazione bergamasca guidata da Antonio Carminati.

Aprire il libro è stato subito memoria nel vedere una riproduzione del giornale della Lega Lombarda

Fondata da un gruppo di immigrati nel 1981, dove ho riconosciuto Vigorelli e Antonio Signoroni, che mi avevano entusiasticamente parlato del progetto. Tentativo naufragato, ma sempre parte del processo di trasformazione dei migranti. Vigorelli è rientrato in Italia, mentre Antonio Signoroni continua a  districarsi tra Canada e Italia.

C’è anche un contributo sulla storia dell’emigrazione lombarda, quasi sconosciuta, a partire dall’esperienza dei Donegani e Del Vecchio di Moltrasio, che continua con  Carlo Bossi a Victoria, i minatori di carbone  del Varesotto lungo il Crowsnest Pass tra l’Alberta e il British Columbia e così via fino alla carriera politica dell’onorevole Carletto Caccia a Toronto, curato dall’autore di questo articolo.

A seguire Marcella Lombardo fa un’analisi dell’emigrazione femminile e della sua emancipazione contestualizzandola nelle varie fasi migratorie italiane e soprattutto di quella bergamasca appena dopo l’unificazione d’Italia fino agli Anni Ottanta, quindi nel momento di  maggior criticità sino al 1925 quando il fascismo cambia  il quadro migratorio. Documentazione specifica e preparatoria delle testimonianze di bergamaschi emigrati dopo il 1945 raccolte dal centro Studi valle Imagna a Toronto con un metodo che unisce la conoscenza del territorio di partenza e lo integra con quello

di nuova residenza. In questo modo i ricordi sono ancora nitidi e non ci sono vaghezze sul passato e sul presente. L’esposizione è quindi chiara e precisa in tutti i suoi aspetti e il quadro che se ne ricava è reale e cambia soltanto con la particolarità narrativa individuale.

Il Canada di primo Novecento lascia in fretta lo spazio al racconto dell’esperienza di vita di 11 famiglie di bergamaschi emigrate a Toronto, provincia canadese dell’Ontario. L’emigrazione  è il tema di sempre, prima attraverso l’Europa a farsi le ossa seguendo le orme paterne come hanno fatto i fratelli Guizzetti partiti per racimolare un gruzzolo per poi tornare e invece diventati importanti rivendendo autocarri e quindi smarrito la via del ritorno.

 Oppure la ricerca di Piera che passata attraverso i drammi della 2° guerra mondiale arriva in Canada dopo anni di lavoro in Europa e da là, dove ha trovato una pace interiore, invita a fermarsi per riflettere sui valori dell’esistenza.

Sempre le vicissitudini belliche e post-belliche segnano invece il destino di Franco che, sempre dopo la fase europea, approda in Canada dove fa l’insegnante, ma sogna ogni notte la valle Imagna.

Lidia insegue il sogno della casetta in Canada e soprattutto farà sacrifici per far sì che i figli possano avere un’educazione universitaria.

Gianfranco si lamenta che il circolo dei bergamaschi faccia fatica a riunirsi una volta all’anno. Tutto il resto, le fatiche e la vita di migrante in Europa e poi quella definitiva in terra canadese sembrano quasi soltanto acqua passata.

Antonietta lavora prima a Milano, quindi in Europa e parte poi per il Bronx di New York per incontrare lo zio d’America tanto vagheggiato: Costui,in realtà, si rivela essere soltanto un vecchio e povero uomo migrato, come tanti altri che di fortuna non ne aveva fatto proprio. Poi Toronto e i ricordi di una mondo bergamasco quasi scomparso. Nostalgia. Ricordi. Vita semplice.

La 2a guerra mondiale ha segnato Nino per la sua militanza nella RSI (Repubblica sociale italiana). Meccanico della Magneti Marelli fatica a riprendersi e, anche a causa dell’ostracismo nei suoi confronti, insegue il sogno americano. Vita dura, ma sempre fedele agli obiettivi di casa, lavoro e matrimonio che si era prefissato.

Amalia, la sorella di Lidia si sposa per procura prima di partire e raggiungere Rino. Canada che non regalava niente a nessuno, ma tanto isolamento, indifferenza anche da parte dei connazionali. Poi le cose sono cambiate, ma il risparmio è sempre la regola di vita.

Santo ripercorre le vicende familiari alla ricerca di lavoro culminata con definitivo insediamento in Canada a rimpiangere sì il paese natìo, ma consapevole di avere aperto un futuro diverso e migliore ai suoi figli.

Maria ha lavorato con Mario per anni ad ingrandire ad ingrandire la produzione agricola di ortaggi di serra, ma adesso che è sola non se la sente più di tornare, scelta ormai per sempre, senza ritorno.

L’ultima intervista è quella di Franco. Emigrato per sfuggire alle conseguenze della guerra e per una futura realizzazione personale si imbatte nei soliti problemi di acculturazione prima di riuscire ad avviare una sua attività in proprio.

Un italiano con passaporto canadese.

Quest’ultima affermazione rende palesi i sentimenti dei bergamaschi migrati in Canada.

Quando le parole sembrano di troppo aiutano allora le fotografie ed i documenti, tutti inediti, che corredano ampiamente l’opera. Fotografie di primo Novecento, che si allineano con quelle più recenti per dare un’immagine meno lontana e più attuale di un fenomeno quasi dimenticato.

Semplici testimoni di un passaggio scontato che non sembra più di moda evidenziare._