17 febbraio 2008
Ottawa conferma, sì al voto
In data 15
febbraio 2008, il governo di Ottawa ha ufficializzato il suo consenso al
voto e all’elezione di cittadini canadesi con la cittadinanza italiana
al parlamento di Roma. Positiva la reazione del governo italiano, anche
se qualcuno non manca di sollevare delle perplessità.
Il consenso di Ottawa è infatti giunto con alcune limitazioni: la più
importante è quella di impedire qualsiasi campagna pubblicitaria con i
media convenzionali e consentire solo quella attraverso la posta oppure
la posta elettronica ed Internet.
Per quel che riguarda le manifestazioni elettorali, si precisa che sono
consentite solamente all’interno di istituzioni diplomatiche italiane in
Canada e si minaccia l’espulsione dei candidati che non rispetteranno
queste regole, imposte nel passato ma non rispettate.
In altre parole non ci potranno essere riunioni o dibattiti pubblici
all’infuori delle sedi consolari e delle istituzioni italiane in Canada,
non ci potrà essere alcuna attività propagandistica in territorio
canadese ed è proibito qualsiasi pubblicità sulla stampa, sulle
televisioni e radio locali.
Si ribadisce che il governo canadese esigerà da quello italiano un
maggiore impegno per il rispetto di tali norme e che si giungerà, in
caso di necessità, anche all’espulsione del candidato che infrangerà
queste regole.
L’annuncio del “via libera” di Ottawa è stato ufficializzato attraverso
un comunicato stampa del ministero degli Esteri canadese.
”ll ministro degli Affari esteri Maxime Bernier - dice il documento – ha
reso noto che il governo canadese permetterà l’applicazione della legge
elettorale italiana in Canada, ma il permesso riguarda solamente questa
elezione e comporta delle condizioni”.
La nota prosegue che Ottawa consente “agli italo-canadesi che hanno la
doppia cittadinanza, oppure agli italiani con residenza permanente in
Canada di concorrere nelle elezioni recentemente indette in Italia, e di
rappresentare la comunità italo-canadese nel parlamento italiano”.
Il ministro Bernier ha sottolineato che si tratta di una autorizzazione
limitata a questa elezione, è che sarà soggetta a condizioni molto
precise e preannuncia un monitoraggio severo e quindi un esame
riepilogativo alla fine della campagna stessa.
Il comunicato fa quindi una presentazione della legge elettorale
italiana ed i cambiamenti costituzionali per consentire, precisa la nota
canadese, il voto agli italiani con doppia cittadinanza oppure agli
italiani residenti all’estero, attraverso quella che la nota definisce
la “Tremaglia Law” del 2002.
Come è noto tale riforma assegnò 18 parlamentari, dodici deputati e sei
senatori, da eleggere tra gli italiani all’estero e si crearono delle
circoscrizioni virtuali in tutti i continenti. Per quel che riguarda il
Nord America, il "distretto" include i cittadini italiani e di origine
italiana residenti in Canada, Stati Uniti, Messico, Costa Rica e Panama.
In questo distretto verranno eletti due deputati alla Camera ed un
senatore.
Nella precedente consultazione l’unico parlamentare eletto in Canada
risultò il dott. Gino Bucchino per la lista del centro-sinistra.
Bucchina ha espresso la sua soddisfazione rilevando che “da parte nostra
ci sarà il massimo impegno per rispettare i regolamenti imposti dal
governo di Ottawa”..
Le restrizioni imposte dal governo canadese alla consultazione sono in
pratica tre.
La prima riguarda le sedi della campagna elettorale.
Dice la nota di Ottawa: “Il voto e la relativa campagna elettorale
possono svolgersi solamente per posta tradizionale, posta elettronica,
Internet oppure nelle sedi diplomatiche o consolati italiani in Canada”.
La seconda chiede che “il governo italiano deve rinforzare la sua
capacità di monitorare la campagna contro ogni violazione”.
Ed infine “azioni correttive verranno intraprese dal governo
italiano contro ogni violazione di queste condizioni, fino a giungere
anche alla potenziale squalifica dei candidati”. ll governo canadese
ha anche “avvertito il governo italiano che monitorerà la campagna
elettorale per assicurarsi che le attività elettorali siano condotte in
conformità con le predette condizioni”.
Relativamente positiva la reazione del deputato canadese di origine
italiana Joe Volpe, che all’epoca della prima decisione era al governo:
“Ottawa ha in pratica confermato quanto deciso dal precedente governo
liberale nel 2005 e credo che sia giusto che sia così. D’altra parte -
continua l’ex ministro federale - imporre quelle condizioni mi sembra
inutile non solo nella sostanza, ma anche nella forma. Questo
soprattutto perché due anni fa, in occasione delle precedenti elezioni,
mi sembra che tutto si sia svolto in modo più o meno regolare a parte
qualche “incidente” che d’altra parte si registra durante qualsiasi
campagna elettorale in qualsiasi Paese del mondo”.
Adattato da Corriere
Canadese, The Globe and Mail e Foreign Affaire and International Trade
Canada. |